L'artista Bruno gioca con i materiali
donando ad essi varie simbologie.
Il colore entra in armonia con l'animo scultoreo e
l'opera d'arte si trasforma in poesia dell'immagine.
L'uomo architettura, la musica, la maschera sono alcuni spunti interpretativi talvolta le forme slanciate verso il cielo mentre spesso troviamo la perfezione nelle forme circolari.
La pittura subentra alla scultura e viceversa la sua creazione artistica danza tra i vari materiali, acciaio,
legno, ottone, gesso.
Collaborò nel passato con Fausto Melotti
e successivamente intraprese un proprio sentiero
nella ricerca di materiali e di pensieri.
Auguri di proseguire su questo pensiero
dove senz'altro trova la sua dimensione
sociale e culturale.
Dott. Albino Spessato
Le sculture di Bruno Martinuzzi sono cariche di significato e significante.
Mi hanno fatto ricordare, e credere, d'essere ancora all'università del DAMS di Bologna negli anni '70 durante le meravigliose lezioni di Semeiotica di Umberto Eco che, durante le sue illuminanti lectio magistralis, ci mostrava un oggetto che appariva come tale, ma che presupponeva a un secondo e più centrato sguardo, un significante tutto suo, che apriva a nuovi universi intellettivi, tra forma e contenuto.
Definirei l'Arte di Bruno
Martinuzzi, con una nuova accezione: Neo-Sintetismo, in quanto Arte eccezionalmente sintetica; anche nell'utilizzo dell'acciaio, così liscio, lucido, monocromo e lineare.
Sì, perché con un segno, una linea retta, una curva, un punto, una virgola e un tratteggio saldati e forgiati assieme, riesce a caricare l'oggetto scultoreo, d'infiniti mondi evocativi che assorbono e travalicano la simbologia creata nei millenni dell'umano vivere.
M° Burattinaio Vittorio Zanella
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